Debutta al LAC la produzione I fisici di Friedrich Dürrenmatt diretta da Igor Horvat. Agnese Làposi e l’Associazione REC ne stanno curando la trasposizione audiovisiva nell’ambito del progetto De la scène à l’écran 2024.

di Agnese Làposi

Il progetto di trasposizione audiovisiva de I fisici, per il quale curo la regia, è il vincitore del bando De la scène à l’écran 2024, una produzione dell’associazione REC (realtà produttiva che da oltre 12 anni opera a Lugano) in coproduzione con la RSI. Questo progetto si inserisce in una collezione di film che promuove la diversità delle produzioni teatrali svizzere, mettendo in dialogo registi teatrali e cineasti. In Svizzera francese, simili produzioni esistono già da sei anni; I fisici inaugura la prima edizione nella Svizzera italiana, dopo una prova con lo spettacolo Nuda della Compagnia Finzi Pasca.

La mia passione per Dürrenmatt nasce fin dai tempi scolastici, ma è cresciuta dialogando con Igor Horvat e studiando approfonditamente I fisici. Quest’opera, mescolando commedia e dramma morale, declina in maniera irresistibilmente grottesca tutte le complessità che l’essere umano deve affrontare abbracciando il progresso scientifico. Dürrenmatt declina fino al paradosso i rischi ai quali il potere e le responsabilità degli scienziati espongono l’umanità; paradosso finale inevitabile, come Dürrenmatt stesso sostiene.

La trasposizione cinematografica segue la messa in scena di Igor Horvat, sfruttando il fatto che il progetto teatrale sia ancora in fase di creazione. Durante la preparazione dello spettacolo, filmeremo le diverse fasi della pièce, cogliendo l’evoluzione delle prove. Il mio obiettivo è raccontare l’opera attraverso una progressiva ibridazione, che parte dal testo letterario, passa per la rappresentazione teatrale e culmina in una versione cinematografica. L’indagine dell’ispettore e le vicende dei fisici si snoderanno tra diverse ambientazioni: dalle letture a tavolino, alle prove in piedi, a quelle su palco, fino a una scena di fiction girata in una villa, creata appositamente per il film.

Questa scelta stilistica mi consente di giocare con i codici della rappresentazione e accompagnare lo spettatore in una mise en abyme del vortice di follia in cui si trovano i personaggi. Le diverse fasi avranno stili cinematografici distinti per marcare i cambi di spazio e registro: dal documentaristico alle immagini più elaborate. In questa ricerca visiva, i maestri del grottesco e dell’assurdo, come Elio Petri e Marco Ferreri, sono inevitabili riferimenti. Pur con queste variazioni stilistiche, l’ordine e i dialoghi del testo rimarranno intatti, garantendo la comprensione della storia.

Il progetto è sostenuto da RSI, dal DECS, dalla Ticino Film Commission e dall’Association “De la scène à l’écran”.