di Tommaso Donati su Azione dell’11 novembre 2024
Non solo teatro: I fisici di Friedrich Dürrenmatt – per la regia di Igor Horvat, già in scena al LAC di Lugano e ora al Sociale di Bellinzona – godrà anche di una trasposizione audiovisiva realizzata dalla regista ticinese Agnese Làposi (1992). La cineasta è vincitrice della prima edizione del bando di concorso di lingua italiana che incoraggia e sostiene la produzione e la diffusione di opere audiovisive che includono le riprese di uno spettacolo teatrale. Il bando è stato promosso dall’associazione De la scène à l’écran, costituita dalla RSI/RTS, dalla società Svizzera degli Autori (SSA), da SUISSIMAGE e dall’associazione Romanda della Produzione Audiovisiva (AROPA).
Làposi, con il suo progetto, ha deciso di rielaborare la pièce, ricostruendola attraverso le varie fasi di sviluppo e preparazione dell’opera teatrale. Per l’autrice, il momento delle prove è quello che più si avvicina all’atto cinematografico, dove la lettura e la postura degli attori sono più contratte, ma allo stesso tempo più libere, e dove la distanza tra la telecamera e l’attore può essere ridotta.
La regista ticinese ha dunque voluto spezzare e ricostruire la linearità dell’opera, che si svolge in un unico spazio, il salone di una clinica psichiatrica. L’unico modo per farlo era quello di separare le fasi di narrazione in spazi e approcci differenti di recitazione. Come in Dürrenmatt la ragione si autodistrugge, anche nel progetto audiovisivo c’è un costante tentativo di smontare sequenza e scenografia per generare nuova linfa. Inoltre, malgrado il pessimismo domini i dialoghi, il progetto mira a cogliere e far emergere in superficie quell’umanità latente nei personaggi che, nel percorso narrativo e nella de-costruzione del lavoro audiovisivo, riusciranno a emergere e a farsi notare.
La traduzione, di fatto, non vuole solo riprodurre, ma creare una nuova opera sfruttando il mezzo della cinematografia, grazie allo sviluppo di ulteriori strati di recitazione, dove i movimenti o la staticità dei personaggi vengono racchiusi in altri spazi, reali o fittizi. Le scene e gli atti dei fisici si sviluppano così tra varie ambientazioni: dalle letture attorno a un tavolo, alle prove in piedi e a quelle sul palco, fino a una scena di finzione girata in una villa sul lago.
Làposi e Horvat, pur avendo ruoli diversi come registi, sembrano seguire lo stesso sguardo e, guidati dallo loro passione viscerale per l’universo e la genialità di Dürrenmatt, riusciranno ad aggiungere alla commedia una traccia personale e ancorata al nostro presente.