Nelle prossime settimane inizeranno le riprese della trasposizione audiovisiva de “I fisici”, proposta vincitrice del primo bando “De la scène à l’écran” per la Svizzera Italiana. Una trasposizione cinematografica dal testo di Dürrenmatt in scena al LAC. La regia teatrale è di Igor Horvat, quella cinematografica è curata dalla regista Agnese Làposi.

L’Associazione “De la scène à l’écran” è costituita dalla SRG SSR/RTS, dalla Società  Svizzera degli Autori (SSA), dalla fondazione culturale SUISSIMAGE (SI) e dall’Associazione Romanda della  Produzione Audiovisiva (AROPA). Il Fondo “De la scène à l’écran” incoraggia e sostiene la produzione e la diffusione di opere audiovisive originali  che integrano e rielaborano le riprese di spettacoli dal vivo. 

INFO E BIGLIETTI PER LA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE

All’interno di una clinica psichiatrica privata, sotto le false identità di Einstein, Newton e Möbius, si nascondono tre fisici coinvolti in un intreccio fatto di piani segreti, pericoli imminenti e pesanti conseguenze. In questo contesto in cui la realtà non è mai come appare, tutto ruota intorno a una straordinaria rivoluzione scientifica, il Sistema di Tutte le Scoperte Possibili, che sprigionerebbe infinite possibilità, terribili responsabilità e, soprattutto, incontrastabile potere.
Pubblicato nel 1961, I fisici è stato scritto in seguito allo sviluppo e all’utilizzo della bomba nucleare nella Seconda Guerra Mondiale.

“Stiamo attraversando tempi a dir poco complessi – afferma Horvat –. Gli equilibri geopolitici si plasmano nuovamente sotto la minaccia dell’uso di armi nucleari e viviamo un’ulteriore fase di una Guerra Fredda mai veramente conclusa. Il progresso tecnologico apre a ipotetici scenari trans-umani o post-umani che accendono il dibattito sull’avvicinarsi della singolarità tecnologica. L’ecosistema e il clima lanciano segnali che non possono più essere ignorati.
Un testo che attraversa epoche diventa un Classico in virtù della sua costante capacità di interrogarci. Si dice: è ancora attuale, contemporaneo. In realtà, drammaticamente, svela il fatto che il genere umano non ha raggiunto il cambiamento ed è ancora fermo di fronte agli stessi sostanziali quesiti. In questo risiede il monito che Dürrenmatt, con il suo inconfondibile sarcasmo caustico e impegnato, ci consegna: l’essere umano è richiamato all’urgenza di assumersi la responsabilità del proprio futuro e del modo in cui vuole continuare a essere presente sul pianeta che ci ospita.”

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