TEATRO Una ventina di produzioni che spaziano dal teatro alla musica, dai film alle conferenze nel nuovo progetto online del LAC di Lugano / Di Laura Di Corcia

Corriere del Ticino del 10 marzo 2021

Che fine hanno fatto il linguaggio e il corpo? Che cosa hanno rivelato o smascherato di se stessi all’interno in questo anno di pandemia? Che cosa resta, infine, del rito? Queste le domande attorno al quale si incentra il progetto «Lingua madre», al via a partire da questo sabato: un cartellone, quello nato in seno al LAC e ideato dal direttore artistico Carmelo Rifici e dalla direttrice artistica del FIT (il Festival internazionale del teatro) Paola Tripoli, nato a ridosso dell’emergenza pandemica che tutti conosciamo.

Non un semplice surrogato
«Non volevamo cercare nel web un surrogato dell’esperienza fisica del teatro, non volevamo farci prendere dall’ansia di dover creare un cartellone on line in un momento in cui il teatro vive una crisi profonda, a causa della COVID», ha specificato Carmelo Rifici. «Per questo per un po’ abbiamo atteso. Fra ottobre e novembre, però, percependo che la situazione pandemica non migliorava, abbiamo iniziato a interrogarci». Lo spunto per queste nuove proposte, però, non nasce dalla fretta di cercare un’alternativa, non importa quanto coerente: come ha sottolineato Rifici, la ricerca teatrale, anche se spostata giocoforza sul web, continua ad essere spinta da domande profonde, necessarie, e assolutamente focalizzate sulle tematiche che la pandemia ha portato a galla. La parola, il corpo come luogo di fragilità e malattia, i riti annullati perché ritenuti pericolosi (quello del teatro, i funerali): queste le zone attorno alle quali si è focalizzato il progetto artistico che spazia attraverso varie forme, dal documentario web alla conferenza, dal video ai paesaggi sonori. «Abbiamo capito subito che non avremmo potuto affrontare tutto questo da soli – ha precisato Paola Tripoli – ma che per portare a buon fine un progetto tanto ambizioso avremmo dovuto coinvolgere altri artisti». Artisti del territorio, da Cristina Galbiati ad Alan Alpenfelt, da Camilla Parini a Zeno Gabaglio, ma anche scrittori come Angela Dematté, che accompagna il lavoro di Rifici da tempo, il giovane drammaturgo Riccardo Favaro, Francesca Sangalli e Lorenzo Conti. Da sottolineare anche la collaborazione con il regista Olmo Cerri e la squadra di REC per realizzare i video.

Cosa e quando
Sono una ventina, in totale, le produzioni che compongono il progetto «Lingua madre»: produzioni che verranno lanciate con uno scadenziario preciso, dal 13 marzo in avanti e che saranno raccolte in una libreria digitale accessibile liberamente all’indirizzo www.luganolac.ch/lingua-madre. Inaugura il ciclo lo spettacolo Poesie anatomiche, che si inserisce nella sezione «Video artistici» , scritto da Francesca Sangalli e performato da Camilla Parini, una ricerca sul rapporto fra il corpo, la parola e il gesto. Anche Ci guardano – prontuario di un innocente (on line da sabato 20 marzo) firmato da Carmelo Rifici si inserisce in questo campo di ricerca, vedendo nell’incontro fra la parola del «padre» e il corpo del «figlio» un dialogo che sfocia nel sacrificio. Interessante in questa sezione anche Analisi logica scritto da Riccardo Favaro, regia di Fabio Condemi, che si interroga sulle strutture grammaticali che compongono il nostro linguaggio, chiedendosi se non siano il risultato imposto di un sistema che cerca di arginare il caos imponendo un ordine. Per la sezione «Creazioni sonore» segnaliamo Estado vegetal, creazione della regista cilena Manuela Infante riletta da Cristina Galbiati. Alan Alpenfelt e Zeno Gabaglio propongono invece Before The Revolution – Remix dell’omonimo lavoro dell’egiziano Amhed El Attar visto al FIT nel 2017 e riletto grazie a una originale creazione sonora. Molto ricche anche le sezioni «Documentari», «Testi», «Film» e «Conferenze» i cui programmi sono consultabili sul sito internet del LAC.

Laura Di Corcia