Sala gremita alla Biblioteca cantonale per sentire Paolo Giordano, venuto a Lugano per ritirare il suo Grand Prix Möbius.
Giordano ha dialogato con Andrea Rizzoli, direttore dell’Istituto Dalle Molle e con Alessio Petralli, direttore della Fondazione Möbius, e alla fine ha risposto da par suo alle domande di un pubblico attento e partecipe.
Fra le tre parole chiave in gioco (fisica, intelligenza artificiale, letteratura) la prima ha lasciato presto il posto all’ultima, senza però dimenticare che gli anni della formazione scientifica hanno dato all’autore di “Tasmania” quell’abito mentale che è una delle sue forze.
Sull’intelligenza artificiale, qualche cautela al di là di certi notevoli risultati raggiunti ad esempio nel campo della traduzione automatica. Ma qui Giordano ha avuto buon gioco nel rilevare quanto sia ancora inafferrabile la traduzione letteraria. Per lui l’imprevedibilità delle scienze umane è più affascinante delle pur fondamentali scienze esatte.